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Scritto il 16 ottobre 2017 - Da - In Guide alla ristrutturazione - Con 3247 Visualizzazioni

Staccarsi dal riscaldamento centralizzato del condominio conviene?

Dal 2013, con l’entrata in vigore della legge 220/2012 circa le “Modifiche alla disciplina del condominio negli edifici”, è possibile anche per un singolo condomino staccarsi dall’impianto di riscaldamento centralizzato e provvedere all’installazione di un impianto individuale per il proprio appartamento. Ma conviene staccarsi dal riscaldamento condominiale? E cosa bisogna fare?

Come staccarsi dal riscaldamento centralizzato condominiale

Per staccarsi dall’impianto di riscaldamento centralizzato condominiale (o eventualmente anche da quello di condizionamento) non è necessario il benestare dell’assemblea di condominio, tuttavia ci sono alcune limitazioni di cui tener conto: la prima è che dal distacco del singolo condominio non devono derivare squilibri di funzionamento o sensibili aggravi di spesa per gli altri condomini; la seconda è che la normativa italiana in materia di risparmio energetico dice che negli edifici esistenti con più di 4 appartamenti è preferibile il mantenimento degli impianti centralizzati, se e laddove esistenti, e che comunque il distacco può avvenire previa relazione tecnica (quella prevista dall’art. 28 della Legge 10/91, in base al D. Lgs. 192/2005 e D. Lgs. 311/2006); la terza è che, in ogni caso, chi rinuncia e si stacca dall’impianto centralizzato di riscaldamento, deve comunque e tassativamente contribuire alle spese per la manutenzione straordinaria dell’impianto e per la sua conservazione e messa a norma; infine bisogna valutare l’economicità reale di tale scelta.

Quando conviene staccarsi dall’impianto di riscaldamento centralizzato

Tralasciando gli impedimenti di legge, per i quali ciascun caso è a se stante, rimane da capire se il distacco dall’impianto centralizzato per uno autonomo di riscaldamento è economicamente vantaggioso.

La prima cosa da fare è quindi una diagnosi energetica, effettuata da un professionista che valuti non solo il singolo appartamento ma anche l’impianto centrale e le ricadute di spesa per gli altri condomini. Nella diagnosi energetica, per legge, si devono trovare anche delle soluzioni alternative al distacco del singolo condominio, per esempio i costi e le opportunità di una riqualificazione o sostituzione della caldaia centralizzata con una a condensazione con contabilizzazione e termoregolazione del calore per ogni singola unità abitativa.

In termini pratici, staccarsi dall’impianto di riscaldamento condominiale significa acquistare, far installare e certificare una caldaia autonoma, prevedendo anche una serie di opere murarie come l’installazione della canna fumaria, delle tubature del gas e di altre opere necessarie al distacco; la sostituzione della caldaia centralizzata con una a condensazione è accertato che comporta una spesa pro capite minore e un risparmio a più lungo termine (fatti salvi i casi di condomini morosi, forse l’unica vera occasione in cui è vantaggioso il distacco dall’impianto centralizzato).

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