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Cedolare secca sugli affitti 2018: come funziona


Scritto il 3 gennaio 2018 - Da - In Normative e leggi - Con 2133 Visualizzazioni

Cedolare secca sugli affitti 2018: come funziona

Nella manovra finanziaria, tra i bonus previsti per la casa, è compresa anche la proroga della cedolare secca sugli affitti per il 2018 e 2019. La cedolare secca confermata in finanziaria è una aliquota del 10% sui contratti di locazione concordati e che può essere applicata per il periodo 2014 – 2019.

Come funziona la cedolare secca

La cedolare secca sugli affitti è un’imposta sostitutiva introdotta con un decreto legge del 2011, che si applica ai contratti di locazione a canone libero, per uso residenziale, 4+4, con un’aliquota fissa di tassazione al 21% che sostituisce la tassazione a scaglioni Irpef che riguarda invece il reddito del contribuente; per i contratti di locazione cosiddetti convenzionati, quindi con una durata minima di 3 anni + altri 2, l’aliquota della cedolare secca è invece al 10% per il quadriennio appunto 2014-2019. La cedolare secca al 10%, confermata in legge finanziaria fino al 2019, si applica anche ai contratti di locazione stipulati nei Comuni oggetto di stato di calamità nei 5 anni precedenti il 2014 e anche per gli affitti con Cooperative o enti senza scopo di lucro purché sublocate a studenti universitari con rinuncia all’aggiornamento ISTAT del canone.

Quando si risparmia con la cedolare secca al 10%

Ma quando è vantaggiosa la cedolare secca rispetto alla normale tassazione sugli affitti? Trattandosi di un’imposta alternativa al regime di tassazione ordinario, risulta tanto più conveniente quanto più è alto il reddito e l’imponibile Irpef del locatario. La cedolare secca infatti sostituisce l’Irpef e le relative addizionali, l’imposta di registro e quella di bollo.

Come fare per usufruire della cedolare secca

Il regime agevolato della cedolare secca riguarda solo le persone fisiche con redditi immobiliari derivanti da contratti d’affitto per abitazioni e immobili a uso abitativo, e in nessun modo riguarda aziende o società proprietarie di immobili o immobili concessi in locazione a fini di ufficio o altro fine non residenziale.

Per usufruire della cedolare secca occorre comunicare questa scelta all’Agenzia delle Entrate tramite il modello RLI oppure in fase di dichiarazione dei redditi (per i contratti di locazione non soggetti a registrazione) e al conduttore, cioè l’affittuario, con raccomandata che esplicita questa opzione nonché la rinuncia agli aumenti del canone. La scelta per la cedolare secca comporta infatti che per l’intera durata del contratto, compresa la proroga, non si possa modificare il canone pattuito nel contratto, compreso l’adeguamento alle variazioni Istat. La scelta della cedolare secca è quindi vincolante per l’intera durata del contratto, con la facoltà però di revocarla in ogni annualità successiva a quella in cui è stata esercitata.

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