Parlando di bonus ristrutturazione e flat tax 2019 bisogna sottolineare come prima cosa che chi, in possesso di partita IVA, ha aderito o aderisce nel 2019 al regime forfettario, perde tutte le agevolazioni fiscali altrimenti e finora permesse, compresa quindi la deduzione dall’Irpef, in 10 anni, di una percentuale variabile degli importi spesi per i lavori di ristrutturazione edilizia.
Poiché infatti la flat tax, o regime forfettario, è sostitutiva, se non ci sono altri redditi imponibili oltre a quelli derivanti dal lavoro autonomo (per esempio quelli derivanti da immobili in affitto, oppure da lavoro dipendente) il reddito dichiarato ai fini Irpef è pari a zero, e poiché detrazioni e deduzioni si applicano proprio all’Irpef, queste scompaiono automaticamente.
Bonus ristrutturazione e flat tax 2019: quando conviene?
A questo punto, perdendo il diritto dalle detrazioni Irpef anche per quanto riguarda il bonus ristrutturazione, bisogna valutare bene se e quando conviene aderire al regime fiscale forfettario e quando invece è meglio, dal punto di vista fiscale, rimanere nel regime ordinario delle aliquote. Il regime forfettario prevede infatti un’imposta sostitutiva del 15%, su un reddito calcolato a forfait in percentuale sul fatturato. Il forfait è dato dai cosiddetti codici di redditività che possono andare dal 40% all’86% del fatturato in base al tipo di attività svolta (quindi in base al codice ATECO).
Per calcolare se l’adesione alla flat tax conviene rispetto alle detrazioni e deduzioni Irpef, anche per quanto riguarda il bonus ristrutturazione, bisogna quindi calcolare se l’ammontare degli sconti fiscali è maggiore o minore della percentuale di reddito non tassata dalla flat tax.
Ipotizzando per esempio un giovane professionista senza famiglia, con fatturato di 35 mila euro e costi per 7.000, il risparmio fiscale con la flat tax rispetto al regime ordinario sarebbe di 3200 euro l’anno. Ma qualora avesse acceso un mutuo per i lavori di ristrutturazione di una casa ereditata per un totale di 80.000 euro, perderebbe il diritto a 4.000 euro di detrazioni (il 50% di 80 mila, da spalmare in 10 anni, con tranche da 400 euro l’anno).
Ogni caso fa chiaramente storia a sé, e non è davvero possibile stabilire a priori se è meglio aderire alla Flat Tax e perdere il diritto alla detrazione Irpef per i lavori di ristrutturazione o se sia meglio mantenere il bonus manutenzione restando nel regime fiscale tradizionale. Tuttavia, nel caso di ingenti interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria sulla propria abitazione è un calcolo che è bene fare con attenzione.